Le forze dell’ordine combattono frodi e sprechi nella Pubblica Amministrazione. Ecco l’errore sulla 104 che può metterti nei guai
Negli ultimi giorni, una sentenza ha scosso il panorama lavorativo italiano, ponendo l’accento su una questione di rilevanza cruciale: il rispetto delle normative relative ai congedi per assistenza a familiari non autosufficienti, in particolare quelle previste dalla Legge 104.
Mentre la Legge 104 è stata istituita per proteggere i diritti dei lavoratori e garantire che possano prendersi cura dei propri familiari, è altrettanto importante che queste misure non vengano abusate.
Legge 104: così finisci nei guai
La recente vicenda di un’insegnante, indagata per aver svolto attività libero professionale durante il congedo retribuito per assistenza, ha riacceso il dibattito sull’uso improprio di queste misure di protezione sociale.

L’istruttoria condotta da organi competenti, tra cui la Guardia di Finanza e la Corte dei Conti, ha evidenziato un danno erariale notevole, stimato in oltre 60mila euro. Questa somma corrisponde all’indennità percepita dall’insegnante per il periodo di assenza giustificato dalla Legge 104, ma che in realtà è stato utilizzato per svolgere un’altra professione. La docente, in servizio in Campania, è stata segnalata sia alla Procura della Repubblica che alla Procura Regionale della Corte dei Conti, evidenziando la serietà della violazione commessa.
L’INPS, attraverso la circolare n. 62 del 29 aprile 2010, ha chiarito in modo inequivocabile che i genitori in congedo per assistenza non possono intraprendere alcuna nuova attività lavorativa. Questa norma è stata concepita per garantire che i lavoratori possano dedicarsi interamente alla cura dei familiari, senza distrazioni o impegni lavorativi che possano compromettere la loro responsabilità. In caso di violazione, il lavoratore non solo perde il diritto all’indennità, ma è anche obbligato a restituire quanto già percepito indebitamente.
Un aspetto interessante da considerare è la distinzione tra i vari tipi di congedo e le normative applicabili. Ad esempio, sebbene le regole siano rigorose per il congedo per assistenza a familiari non autosufficienti, vi è una maggiore flessibilità per coloro che hanno rapporti di lavoro part-time orizzontali. Questi lavoratori possono continuare a svolgere attività in uno o più dei loro contratti part-time, purché non intraprendano nuove attività lavorative non già esistenti al momento della richiesta di congedo. Tuttavia, i contratti a tempo parziale devono essere orizzontali, cioè non devono prevedere una maggiore intensità lavorativa in uno di essi rispetto agli altri.
È fondamentale sottolineare che questa situazione non riguarda solo i dipendenti pubblici, ma anche i lavoratori iscritti alla Gestione Separata, come i liberi professionisti e i titolari di assegni di ricerca. Anche in questi casi, la normativa è chiara: non è permesso proseguire l’attività lavorativa durante il congedo, né è consentito avviare nuove attività. Le sanzioni per le infrazioni possono includere la restituzione delle somme percepite, e nei casi più gravi, azioni legali.
Il contrasto all’illegalità nella Pubblica Amministrazione è un tema di vitale importanza, non solo per mantenere l’integrità delle istituzioni, ma anche per tutelare l’interesse collettivo. La fiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche è un bene prezioso, e ogni caso di frode o abuso contribuisce a minarne le fondamenta. Le indagini condotte dalle forze dell’ordine sono essenziali per scoprire e perseguire comportamenti illeciti, garantendo che le risorse pubbliche vengano utilizzate in modo appropriato e responsabile.





