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La scure dell’Antitrust si abbatte sulle società dell’energia. L’ente ha irrogato sanzioni complessive per oltre 15 milioni di euro nei confronti di Enel Energia, Eni Plenitude, Acea Energia, Iberdrola Clienti Italia, Dolomiti Energia ed Edison Energia. Lo si legge in una nota. La decisione è stata resa nota il 15 novembre.

Secondo l’Antitrust le 6 società hanno adottato pratiche commerciali aggressive condizionando i consumatori. In particolar modo per quello che riguarda l’accettazione di modifiche in aumento dei prezzi dell’energia elettrica e del gas. Il tutto in contrasto con la protezione normativa derivante dall’articolo 3 del Decreto Aiuti bis.

Perché l’Antitrust ha multato

La norma aveva vietato aumenti in un contesto caratterizzato da gravi criticità nel settore energetico con significativi aumenti dei costi. In particolare, Enel ed Eni – cui sono state irrogate sanzioni di 10 milioni e di 5 milioni – hanno modificato unilateralmente i prezzi di fornitura a oltre 4 milioni di consumatori. E lo hanno fatto sulla base delle clausole contrattuali che consentono alle stesse società di decidere a propria discrezione se e quando modificare le tariffe, una volta scaduti i prezzi dell’offerta economica scelta.

Così, i clienti si sono visti recapitare lettere anche diversi anni dopo la scadenza dell’offerta economica. Missive con cui Enel ed Eni aumentavano i prezzi in assenza di una scadenza nota al consumatore finale. Si evidenzia, nel caso della sanzione ad Enel pari a 10 milioni, che è la prima volta che si applica il massimo edittale da quando è stato modificato il Codice del Consumo.

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I casi di Acea e Dolomiti

Acea e Dolomiti hanno ritenuto che le comunicazioni di modifica unilaterale dei prezzi, inviate prima dell’entrata in vigore del divieto, si sarebbero perfezionate dopo 10 giorni dall’invio delle stesse. Senza rispettare il preavviso di 90 giorni. Queste società hanno quindi aumentato i prezzi prima della scadenza corretta. E, nel caso di Acea, anche con modifiche unilaterali in violazione della norma. Per tali ragioni l’Antitrust ha irrogato, rispettivamente, sanzioni pari a 560 mila euro e 50 mila euro.

Iberdrola da maggio a ottobre 2022 ha inviato comunicazioni con cui minacciava la risoluzione contrattuale. Il motivo? Per eccessiva onerosità sopravvenuta in caso di mancata accettazione di un nuovo contratto di fornitura con condizioni economiche peggiorative. Anche questa condotta era volta ad aggirare l’articolo 3 del decreto, facendo pressione sui consumatori ad accettare la modifica unilaterale per aumentare i prezzi. L’Antitrust le ha irrogato una sanzione di 25mila euroEdison, infine, ha applicato l’incremento dei prezzi prima della scadenza delle tariffe prevista dal contratto. Visto che la società ha ristorato i propri clienti e dato il numero marginale di consumatori coinvolti, L’Antitrust le ha irrogato il minimo edittale di appena 5mila euro.

Inflazione ancora alta

I prezzi fuori controllo delle bollette dell’energia, per regolare i quali l’Antitrust è intervenuta, appaiono ancora più stridenti se paragonati al carovita che c’è nel nostro Paese. A ottobre sono rallentano ulteriormente in termini tendenziali i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +8,1% a +6,1%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +6,6% a +5,6%). Ma si tratta di un’inflazione ancora troppo alta. Lo rileva l’Istat spiegando che “un contributo al ridimensionamento dell’inflazione (scesa ad ottobre all’1,7% tendenziale, ndr) si deve inoltre alla dinamica dei prezzi dei beni alimentari, il cui tasso tendenziale scende al +6,3%, esercitando un freno alla crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+6,1%).

 

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