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Jobs Act e controlli a distanza

Conservazione email aziendali e controllo massivo, i divieti del Garante

Jobs Act e controlli a distanza:

Con l’approvazione da parte del Senato del Jobs Act anche la materia dei controlli a distanza sarà oggetto di nuova regolamentazione da parte del Governo mediante l’emanazione di appositi decreti legislativi.

Dovrà essere revisionata, infatti, la disciplina dei controlli a distanza sugli impianti e sugli strumenti di lavoro, tenendo conto dell’evoluzione tecnologica e contemperando le esigenze produttive ed organizzative dell’impresa con la tutela della dignità e della riservatezza del lavoratore.

Infatti l’evoluzione tecnologica degli strumenti di lavoro (computer, smartphone, e-mail, ecc.) consentono di controllare indirettamente l’attività lavorativa dei dipendenti, mentre il testo dell’art. 4 dello Statuto dei lavoratori risale al 1970, quando tali strumenti non erano neppure immaginabili, né tanto meno esisteva il Testo Unico sulla privacy (L.n. 675/1996)

Tra l’altro alcune aziende hanno già sottoscritto con le organizzazioni sindacali accordi (ex art. 4 Statuto dei lavoratori) per consentire l’utilizzo di dispositivi che consentono la geolocalizzazione dei dipendenti, tramite applicazione istallata su smartphone, in applicazione delle direttive fornite direttamente dal Garante della privacy all’uopo interpellato.

Allo stato – per giurisprudenza consolidata – è consentito al datore di lavoro controllare a distanza mediante strumenti audiovisivi e/o informatici (senza il preventivo accordo di cui all’art. 4 St. Lav.) soltanto al fine di verificare eventuali condotte illecite del dipendente.

Invece per i controlli a distanza effettuati in violazione dell’art. 4 dello Statuto dei lavoratori è prevista un’ammenda compresa tra 154,94 euro e 1.549,37 euro, o l’arresto da 15 giorni a un anno, per la parte penalistica. Invece dal punto civilistico i dati eventualmente acquisiti in violazione della procedura ex art. 4 cit., non hanno valore probatorio. È prevista inoltre per le organizzazioni sindacali la possibilità di proporre ricorso d’urgenza alla magistratura del lavoro.

Si auspica dunque che i decreti di attuazione della riforma sul punto dei controlli a distanza consentano di organizzare in chiave definitiva e moderna tale materia, che finora più volte ha dato adito a contenziosi e interpretazioni giurisprudenziali discordanti.

 

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