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È stato siglato a Milano lo scorso 26 settembre, presso la Casa Circondariale di San Vittore, un protocollo d’intesa denominato Programma 2121, finalizzato a valorizzare l’inclusione sociale e lavorativa di persone che si trovano in condizione di restrizione della libertà personale nel sistema penitenziario lombardo.

Ecco di seguito il comunicato Anpal sulla vicenda.

Il 26 settembre a Milano, presso la Casa Circondariale di San Vittore, è stato firmato un protocollo d’intesa denominato “Programma 2121”, finalizzato a valorizzare l’inclusione sociale di persone che si trovano in condizione di restrizione della libertà personale nel sistema penitenziario lombardo.

Promotori dell’accordo sono stati il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e il Tribunale di Sorveglianza di Milano, entrambi afferenti al Ministero della Giustizia e Anpal, rappresentata ieri dal Presidente Maurizio Del Conte.

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L’obiettivo dell’accordo è quello di sviluppare sinergie di interventi utili a favorire l’inclusione sociale dei soggetti sottoposti a procedimenti penali attraverso il lavoro nella filiera dell’edilizia, tali da consentire:

  • l’accrescimento del senso di responsabilità e autonomia verso la collettività dei soggetti coinvolti;
  • lo sviluppo da parte dei soggetti selezionati di motivazione e di interesse verso le competenze che verranno acquisite, viatico per possibili impieghi futuri;
  • lo sviluppo della cultura della restituzione, intesa come riparazione indiretta dei danni provocati dai reati come possibile strumento per il ripristino del patto sociale;
  • la riduzione di rischi di recidiva.

Il Programma 2121 si propone di realizzare un impatto positivo di natura socio-economica, consentendo ai detenuti di imparare un mestiere spendibile sul mercato del lavoro dopo la carcerazione e riducendo i costi del sistema penitenziario, la povertà e l’esclusione sociale (cause rilevanti nella recidiva di reato).

Ad usufruire del Programma 2121, della durata di 3 anni (dal 1° luglio 2018 al 30 giugno 2021), saranno 10 detenuti e/o detenute nel corso della fase pilota (fino al termine del 2018) e ulteriori 30 durante la successiva fase di messa a regime. Questi verranno inseriti nel mercato del lavoro attraverso percorsi individualizzati di accoglienza e inclusione lavorativa, che prevedono un’attività di bilancio delle competenze dei soggetti coinvolti e supporto alle imprese con particolari strumenti di accesso al credito.

Il ruolo di ANPAL sarà quello di mettere a disposizione, senza impegno di risorse economiche, le proprie competenze e metodologie in materia di politiche attive del lavoro, nonché quello di predisporre un’analisi degli strumenti finanziari di natura pubblica attivabili per promuovere l’eventuale replicabilità del progetto su scala nazionale.

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