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La Corte Suprema di Cassazione, con la sentenza n. 16253 del 2018, ha reso il seguente principio di diritto: “L’obbligo di iscrizione all’Enpals riguarda i lavoratori dello spettacolo e per spettacolo si intende qualsiasi rappresentazione che si svolge davanti ad un pubblico “appositamente convenuto”, o appresa da un pubblico più ampio grazie alla tecnica. Il ricorso riguardava dee jay, cantanti tecnici del suono ecc.” (dal Quotidiano del Diritto del Sole 24 Ore del 21.6.2018)

Vediamo insieme i fatti di causa.

Con sentenza depositata il 21.12.2011 la Corte di appello di Milano, in riforma della sentenza di prime cure, ha respinto l’opposizione di …. Srl alla cartella esattoriale n. … relativa al diritto dell’ ENPALS alla riscossione di contributi obbligatori e somme aggiuntive per il periodo 1992-1996 con riguardo a 43 collaboratori riconducibili alle categorie di lavoratori dello spettacolo di cui all’art. 3 del d.l. C.P.S. n. 708/1947.

La Corte distrettuale ha ritenuto riconducibili alle categorie elencate nell’art. 3 del d.l.C.P.S. n. 708 del 1947 le attività di dee jay, cantante e tecnico del suono rinvenute in azienda in sede di ispezione, a fronte del mancato assolvimento dell’onere della prova da parte della società sulla diversità dei compiti rispetto alla qualifica rivestita, ed ha ritenuto corretta la retribuzione imponibile presa a riferimento dall’ente previdenziale con riguardo ai cantanti includente sia le lavorazioni in sala sia le royalties percepite per le riproduzioni delle opere.

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Avverso tale decisione ha proposto ricorso per cassazione i lavoratori che veniva rigettato dalla Corte Suprema con il principio di diritto sopra enunciato: L’obbligo di iscrizione all’ Enpals riguarda i lavoratori dello spettacolo e per spettacolo si intende qualsiasi rappresentazione che si svolge davanti ad un pubblico “appositamente convenuto”, o appresa da un pubblico più ampio grazie alla tecnica. Il ricorso riguardava dee jay, cantanti tecnici del suono ecc.

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