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Autonomi anche per loro lo smart working

La disciplina del lavoro agile potrebbe essere allargata anche ai lavoratori autonomi, inserendo appositi correttivi al DDL all’esame della commissione lavoro del Senato.

È questo l’argomento trattato da un articolo pubblicato oggi (26.2.2016) dal Sole 24 Ore (Firma: Giorgio Pogliotti; Titolo: “Senato al lavoro sullo Smart working per gli autonomi”) che vi proponiamo.

Ecco l’articolo.

Allargare la disciplina del lavoro agile anche agli autonomi. Consentendo ai contratti collettivi (aziendali, territoriali) e agli accordi individuali, di adattare la normativa su inquadramenti, mansioni, orario di lavoro, formazione, remunerazione legata al risultato. Sono questi alcuni dei correttivi proposti dal relatore, Maurizio Sacconi (Ap), al Ddl collegato alla legge di stabilità che riguarda il lavoro agile e le tutele per il lavoro autonomo, su cui ieri è iniziato l’esame in commissione lavoro del Senato.

Il Ddl licenziato dal governo è considerato come testo di base dal relatore che auspica che possa essere integrato con alcune proposte contenute nel Ddl di cui è primo firmatario. «Le tecnologie digitali cambiano la organizzazione della produzione – ha detto Sacconi -. Cambia il concetto di inquadramento e di mansione, si smaterializza la postazione fissa, l’orario di lavoro diventa flessibile e talora autogestito, la retribuzione viene definita in modo crescente per risultati». Se la proposta del governo limitava la disciplina al lavoro subordinato, compreso anche il pubblico impiego, Sacconi propone di comprendere anche tutto il mondo autonomo consentendo deroghe attraverso la negoziazione collettiva o individuale (con l’esclusione per contratti inferiori ad un anno e per corrispettivi sotto i 30 mila euro). Il testo di base definisce come lavoro agile, una modalità flessibile di esecuzione del lavoro subordinato effettuata parzialmente da remoto, anche con l’ausilio delle tecnologie, stabilendo che va assicurata al lavoratore una retribuzione non inferiore a quella che spetta ai suoi colleghi che lavorano all’interno della stessa azienda con la stessa mansione.

Altro capitolo, le tutele per i lavoratori autonomi. Il Ddl considera nulle le clausole che attribuiscano al committente la facoltà di modificare unilateralmente le condizioni del contratto, nonché le clausole con termini di pagamento superiori a 60 giorni, prevedendo l’integrale deduzione, entro il limite annuo di 10mila euro, delle spese per l’iscrizione a master e a corsi di formazione o di aggiornamento professionale, nonché di iscrizione a convegni e congressi e l’integrale deduzione, entro il limite annuo di 5mila euro delle spese per servizi personalizzati di certificazione delle competenze, orientamento e sostegno all’auto-imprenditorialità. Il relatore propone di stabilizzare l’aliquota al 27% da utilizzare per il welfare «trasferendo il versamento contributivo dalla gestione separata Inps ad una cassa privata dedicata a tutte le attività non ordinistiche che potrà essere abilitata ad erogare prestazioni integrative in sanità, previdenza e assistenza». Tra le proposte di modifica del Ddl in materia tributaria, Sacconi chiede di eliminare gli studi di settore.

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