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La malattia professionale è determinata da un insieme di fattori che agiscono sull’organismo del lavoratore in modo lento, graduale, progressivo e involontario pertanto essa si differenzia dall’infortunio che è determinato invece da un evento violento.

Quindi la malattia professionale la si potrebbe definire come quella infermità contratta dal lavoratore nell’esercizio ed a causa dell’attività lavorativa prestata.

 Le malattie considerate professionali sono elencate, unitamente alle lavorazioni che possono determinarle, in una apposita tabella (T.U. n. 1124/1965, recentemente aggiornato dal D.M. 9.4.2008), per cui l’origine professionale della malattia, ed in particolare l’esistenza del nesso eziologico tra la lavorazione e la forma morbosa, è legalmente presunta tutte le volte che la malattia professionale e la lavorazione morbigena cui il lavoratore è stato addetto risultano elencate nella tabella.

La natura professionale di una malattia non tabellata invece può essere dimostrata dal lavoratore ai fini del diritto al riconoscimento della prestazioni Inail, semprechè sia stata contratta nell’esercizio ed a causa del lavoro svolto.

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In sintesi, dunque, affinchè si possa riconoscere l’origine professionale della malattia, in caso di malattia professionale tabellata o non, occorre che si determinino le seguenti circostanze:

a) la malattia deve essere stata contratta a seguito dell’esposizione al rischio specifico determinato dalle lavorazioni assicurate;

b) il lavoratore deve essere persona assicurata contro gli infortuni e le malattie professionali;

c) deve sussistere un rapporto causale diretto ed efficiente tra l’origine professionale e la malattia, a differenza dell’infortunio per la cui esistenza è sufficiente un rapporto occasionale con il lavoro;

d) la malattia deve rappresentare l’effetto di una graduale e progressiva azione causata dai fattori professionali, in caso contrario ci si trova di fronte ad infortunio sul lavoro o malattia comune.

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